Laureato in Giurisprudenza e residente a Bologna, si riunì al
padre e alla
madre quando, in seguito alle persecuzioni razziali, si erano rifugiati a Castiglione dei Pepoli (Bo); qui il padre morì di crepacuore e madre e figlio vennero arrestati e deportati ad Auschwitz, dove trovarono la morte.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra rivestita di ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì morirono di stenti o furono uccisi.