IL 17 luglio 1944 un audace raid dei GAP veronesi riuscì a liberare dal Carcere degli Scalzi il sindacalista comunista Giovanni Roveda (Mortara, Pv 1894-Torino 1962), che già durante il Ventennio era rimasto in prigione per 11 anni, seguiti poi dal confino a Ponza e Ventotene; arrestato nuovamente a Roma nel dicembre 1943 mentre con
Bruno Buozzi cercava di ricostituire clandestinamente la Confederazione del lavoro, venne rinchiuso a Verona in un penitenziario che era considerato di massima sicurezza. Un commando composto da 6 uomini invece riuscì a farlo evadere, anche se questa audace incursione costò la vita a due di loro,
Fava e
Preto;
Moretto, che guidava l'automobile della fuga, venne ferito da 3 proiettili ma riuscì a salvarsi. I nomi degli altri componenti del gruppo sono incisi sui lati del monumento non visibili dalla strada e quindi senza fotografia:
Aldo Petacchi,
Vittorio Ugolini,
Berto Zampieri.
L'opera (
Cipresso), inaugurata nel 1988 sul suolo di quello che era il carcere, fu realizzata dallo scultore
Vittore Bocchetta (Sassari 1918) anch'egli partigiano, deportato nel lager di Hersbruck (D), da cui riuscì a fuggire.